presenta

CRIMINAL MINDS

di Giorgio

 

Questa storia è ambientata dopo la saga del clone.

 

CASA GORDON. LE DUE DI NOTTE.

 

-Hai capito, stronzetto?

-Ma, capo, io...

-Tu hai sbagliato, hai compromesso i nostri affari a New York, e devi pagare!

-Capo, la prego, se non si fossero mesi in mezzo Bullseye e lo Scorpione non avremmo perso quel carico di cocaina...

-Tu pensi veramente che riuscirai a cavartela con delle scuse? Mi hai fatto perdere miliardi di dollari, facendoti fregare da due super-criminali di serie B!

-Capo, le ho già detto che mi dispiace...

-Sta zitto! Pensi veramente che ti lasci andare a casa vivo?

-Oh, no... capo la supplico!

-Nel nostro ambiente se non dai l'esempio non puoi essere rispettato, quindi tu servirai come esempio.

Mark Gordon serrò le sue mani intorno al collo dell'uomo con cui stava parlando, uno dei suoi tanti scagnozzi di cui non sapeva nemmeno il nome, e lo spezzò!

CRACCKKKK!

Intanto, nell'altra stanza il piccolo Ben Gordon era intento a giocare alla Play Station, quando udì l'urlo dell'uomo.

Balzò dal letto e corse nel soggiorno, pensando fosse successo qualcosa a suo padre, ma quando arrivò, capì che non era così.

Vide il corpo di uno scagnozzo afflosciato a terra, e vide suo padre...  Il bambino non credeva ai suoi occhi... cosa aveva fatto suo padre???

Suo padre era un uomo buono, non poteva essere capace di questo!

-P..p...papà!!! Cosa hai fatto?

L'uomo si accorse solo in quel momento della presenza del figlio.

-Ben... io...

-Papà, cosa hai fatto? Cosa hai fatto?

Ben Gordon corse in camera sua a piangere, chiudendo a chiave la porta alle sue spalle.

-Devo tornare a New York, dopo tanto tempo. I miei uomini sono inetti ed incapaci di svolgere bene il loro lavoro. Non fanno più i gangster di una volta. Come dice il proverbio: “Se vuoi una cosa fatta bene, la devi fare con le tue mani”.

L'uomo prese dalla tasca della giacca un telefonino, e digitò velocemente un numero.

-Pronto, Jack?

-Sì, capo?

-Prepara il mio aereo privato e prenota una camera in un albergo a New York. Domani si va nella Grande Mela. E, Jack, viene anche mio figlio, quindi assicurati che sia intrattenuto.

-Va bene, capo.

-Un'altra cosa. Chiama Tommy e digli di assoldare uno qualsiasi di quei super-criminali che vanno di moda a NY, qualcuno di potente e di molto costoso.

-Certo, capo.

-Ah, un'ultima cosa. Domani mattina alle 10 in punto passa a prendermi da casa con la Jaguar verde, e portami all'aeroporto privato... è tutto.

-Arrivederci capo.

Mark Gordon chiuse il cellulare ed andò a dormire, non curandosi dei pianti del figlio e pensando fra sé: “Domani Ben diverrà finalmente un uomo”.

 

DAILY BUGLE. LA MATTINA DOPO, ALLE 10.

 

-Paaaarkeeeer!

L'urlo di Jonah Jameson rimbombò per tutto il corridoio che conduceva alla porta del suo ufficio. Un timoroso Peter Parker aprì lentamente la porta in legno.

-Hai chiamato, Jonah?

-Sì, Parker. Possibile che quando servi non ci sei mai, ed invece quando non servi stai sempre fra i piedi?!?

-Scusa Jonah, oggi l'autobus è passato da casa con qualche minuto di ritardo...- Disse Peter mentendo, perché era arrivato al Bugle con il ragno-express, e lungo la strada aveva trovato qualche criminale di troppo.

-Sono stanco di bermi le tue scuse ogni giorno, Peter! Ora sta zitto ed ascoltami: ho un incarico da affidarti, e sono certo che non mi deluderai, vero Peter?

-Ok, JJJ, dimmi tutto.

-No no, non spetta a me parlarti. Vai da Urich, che ti dirà quello che ti serve sapere.

-Vado, Jonah.

-Ah, dimenticavo, Peter... voglio il servizio entro ieri!!!

Peter scosse in maniera ironica la testa e richiuse la porta alle sue spalle. Dopodiché si diresse verso la postazione di Ben Urich.

-Ben- disse Peter- Jonah ha detto che hai qualcosa per me.

-Sì, Peter, un attimo solo....

Ben cominciò a spiegare a Peter il suo compito, finito ciò gli diede un foglio di carta.

-Grazie Ben, dì a Jonah che sono tornato a casa.

-Aspetta un attimo, Peter. Voglio darti un consiglio: stai attento, potresti trovarti invischiato in qualcosa che non ti riguarda, ed il prezzo da pagare sarebbe altissimo. Questo non è un normale servizio, Jonah non te l'ha detto, ma l'ha assegnato a te sapendo che hai dei contatti con l'Uomo Ragno....

-Ok, starò attento. Ciao!

Un Peter scosso prese l'ascensore ed uscì dall'edificio. Ciò che aveva sentito non gli piaceva affatto. Peter doveva scattare foto compromettenti a questo mafioso, tale Mark Gordon, che da anni  era un concorrente di Kingpin nei traffici di droga in città, pur vivendo a Chicago. Ben Urich aveva saputo, tramite degli agganci, che Mark sarebbe arrivato a New York, per la prima volta dopo dieci anni, quella mattina alle 14, con il suo jet privato.

Il foglio di carta consegnatogli da Urich era una breve biografia del mafioso, nato a New York nel 1966 e sposato nel 1988 alla Cattedrale di Manhattan con Gwendoline Strauss, padre di un figlio, Ben Gordon, attualmente di 11 anni. La moglie era morta durante un attentato, un anno dopo la nascita del figlio. Mark si era quindi trasferito a Chicago dove era diventato boss mafioso della città. Molti dicono che la moglie fosse stata ammazzata da Kingpin, nemico giurato di Mark. Recentemente le sue partite di droga sono state rubate dallo Scorpione e da Bullseye, sicuramente al soldo di Kingpin, che non hanno lasciato testimoni vivi.

Le foto lo ritraevano da solo, con i suoi uomini più fidati e con suo figlio.

Peter pensò fra sé e sé  che quella sarebbe stata una lunga notte.

 

HOTEL CRISTAL. ORE 18 E 10 MINUTI.

 

Finalmente, dopo aver sistemato qualche contratto, Mark si poteva stendere sul letto dell'albergo, mentre suo figlio guardava la televisione e le sue guardie del corpo erano alla porta.

Jack gli aveva detto che Tommy era riuscito a trovare uno scagnozzo, tale Shocker, che sarebbe arrivato di lì a poco.

Suo figlio non gli aveva rivolto parola dalla sera precedente. Era l'ora di dargli le dovute spiegazioni.

Mark si avvicinò lentamente al letto dove suo figlio era steso, e gli accarezzo la testa. Non lo faceva da forse da 10 anni prima, quando morì Gwendoline.

Il figlio lo ignorò, continuando a giocare alla Play Station.

-Ben, lo so che quello che ho fatto è sbagliato...

-Lasciami stare papà. A me non puoi dare ordini come ai tuoi scagnozzi, a meno che tu non voglia uccidermi, ma non è una cosa nuova per te, vero?

-Devi capire, figlio mio, che la vita non è tutta rose e fiori: nella vita per andare avanti devi fare delle scelte, la maggior parte di esse dolorose.

-Non me ne importa niente, ti ho detto di andare via!

-Ti prego, ascoltami, l'ho fatto per te.... eravamo solo io e te, quando è morta la mamma, ed i sicari di Kingpin ci stavano cercando. Avevano ucciso tutti i miei uomini, ed ero stato costretto a trasferirmi a Chicago, così ho messo su la mia organizzazione criminale, più potente di quella precedente.

-Tu non mi stai dicendo tutto, papà...

-Sì, è vero. Ovviamente per diventare ciò che sono ho dovuto chiedere dei favori, e gli uomini non fanno mai niente per niente. Così ho dovuto fare un patto con un uomo molto cattivo, un uomo che è temuto da tutti, persino dalla morte stessa. Lo chiamano Misterioso Mandante, ed il suo obiettivo è quello di distruggere l'Uomo Ragno molto lentamente. Credo che sia uno dei suoi vecchi nemici, e che lo conosca molto bene.

-Sai chi è questo Misterioso Mandante, papà?

-No, ragazzo. Non ci siamo mai incontrati di persona. Ma sappi che molti criminali sulla Terra lavorano per lui senza che nessuno lo sappia, in pochi sono autonomi.

-Ho capito, papà. Ora però lasciami giocare alla Play Station!

Improvvisamente il cellulare di Gordon cominciò a squillare.

-Chi mi vuole ?

-Capo, sono Nick. C'è un certo.... Shocker, giusto, che la vuole vedere. Gli posso dire di salire?

-Sì, fallo salire.

 

PALAZZO DI KINGPIN. MEZZ'ORA DOPO..

 

-Ti ho detto che non ho tempo per te, ragno. Ora esci di qui prima che perda la pazienza.

-Assolutamente no, non mi muovo di qui finché non mi avrai detto cosa hai in mente per Mark Gordon.

-Te lo ripeterò per l'ultima volta, ragno: lui è un cane, ed i cani devono essere fedeli ai padroni, oppure devono essere ammazzati.

-Ma non puoi uccidere un uomo così.

-Quell'uomo ha fatto più male al mondo di molte altre persone, ragno e tu non...

-Ha fatto più male di te al mondo? Non credo proprio, perché questo mi sembra impossibile, se non assurdo.

-Tu non sai con chi ha fatto un patto il tuo caro Mark.

-Con chi? Parla, prima che ti...

-Prima che cosa?? Ricorda che sono io quello che ha il coltello dalla parte del manico, ragno. Quindi porta rispetto, chiaro?

-Io.... Ok.

-Dunque, forse è meglio se ti metti comodo...

E gli narrò esattamente la stessa storia che Mark aveva raccontato al figlio 30 minuti prima.

-E non sai l'identità di questo nemico che mi conosce così bene?

-Mi dispiace, ma solo i super-criminali che sono a lui più vicini ne sono al corrente, ed io sono diametralmente opposto a questo Misterioso Mandante.

-Quindi avrebbe creato dal nulla questa sorta di organizzazione di super-criminali?

-Esatto.

-Va bene, hai altro da dirmi?

-Sì, giusto per avere un favore da ricambiare un giorno. Mark mi ha detto che ci dobbiamo vedere al molo Hudson questa sera a mezzanotte. Manderò Bullseye e lo Scorpione, che ti andranno contro se li ostacolerai. Uomo avvisato...

Peter se ne andò spaccando il vetro della finestra da cui era entrato bussando qualche minuto prima.

 

MOLO HUDSON. MEZZANOTTE..

 

Mark Gordon era lì con il figlio da dieci minuti, ed era stanco di aspettare.

-Se c'è una regola importante nelle mafia moderna è non ritardare agli appuntamenti tra famiglie ed organizzazioni! Neanche da Kingpin mi sarei aspettato questo!

-Ma non hai paura di morire, papà?

-Nella vita prima o poi tutti muoiono, Ben, quindi è meglio restare calmi ogni volta che si rischia la pelle.

-Ma... se questo Kingpin vince, io cosa faccio?

-Ci sono Jack e Tommy che ti riporteranno a Chicago con la Mercedes con i vetri anti proiettile. Adesso entra nella macchina e goditi lo spettacolo.

-Va bene, però stai attento e non correre rischi inutili.

-Oh, Ben, talvolta sembri tu il genitore ed io il figlio!

Tutto a un tratto, ecco arrivare l'Uomo Ragno, penzolando da un edificio all'altro. Egli scrutò il luogo con cura e, resosi conto che non c'erano segni di ostilità, avanzo verso Mark Gordon.

-E così finalmente ci incontriamo, caro ragno!

-Vorrei sapere perché voi mafiosetti avete la mania di chiamarmi ragno: io sono l'Uomo Ragno, U-O-M-O-R-A-G-N-O!

-Scherzi a parte, cosa ti porta da un rispettabile uomo d'affari come me?

-Sbaglio o hai detto scherzi a parte? So tutto di te e del Misterioso Mandante, quindi evita di prendermi in giro.

-Se ti può fare comodo, non sono al corrente dell'identità segreta di quell'uomo, quindi evitiamo le battaglie e vai via, ho affari da concludere adesso.

-Affari da concludere? Magari con un altro rispettabile uomo da affari, come Kingpin?

-Come fai a saperlo? Va bene, evitiamo i giochi di parole. Cosa ci fai qui?

-Svolgo la mia attività di giustiziere mascherato, tutto qui. E voglio evitare che gente innocente, come tuo figlio, resti coinvolta nei tuoi sporchi traffici. Comunque...

Il discorso fu interrotto dall'arrivo di sette Cadillac nere, da cui uscirono gli sgherri di Kingpin, accompagnati dal ciccione in persona e dai due super-criminali assoldati: lo Scorpione e Bullseye.

-Salve a tutti- esordì Kingpin – credo che possiamo cominciare, evitando i soliti discorsi di introduzione. In effetti io voglio morto Mark e Mark vuole morto me. Quindi è semplice. Ragazzi, datevi da fare.

Con queste parole cominciò la lotta fra le due organizzazioni mafiose, con l'Uomo Ragno preso nel mezzo.

Dopo qualche secondo, l'Uomo Ragno si trovò sommerso da una pioggia di proiettili provenienti da ogni fazione, e fu solo grazie alla sua agilità ed al suo fido senso di ragno che il nostro non ci rimise le penne. Kingpin e Mark Gordon lottarono l'uno contro l'altro, e Peter fu sorpreso nel vedere che Gordon riuscisse a tenere testa abilmente al corpulento mafioso di New York. Tuttavia, in pochi riescono ad avere la meglio su Kingpin, e Mark Gordon non è annoverato in questa categoria. Wilson Fisk lo colpì e lo scaraventò a terra, ma quando fu sul punto di finirlo, un intervento del tessi-ragnatele lo salvò dalla morte certa che lo attendeva. Spidey colpì Fisk, che per la rabbia lasciò andare Gordon, che si mise in fuga sotto gli occhi pieni di terrore del figlio, che guardava terrorizzato dalla macchina.

Nessuno risparmiò colpi per il nemico, e soprattutto per il povero Peter, che sconfisse scagnozzi di un fronte e dell'altro. Tuttavia, dopo poco tempo i partecipanti allo scontro diminuirono drasticamente, essendo quasi tutti morti, eccezione fatta per il nostro eroe, con il costume oramai ridotto a brandelli dalla lotta, e per Mark Gordon, Kingpin, Bullseye, lo Scorpione e Shocker.

I sei si guardarono con occhi pieni di rabbia e di desiderio di vittoria.

Da una parte Kingpin, lo Scorpione e Bullseye. Dall'altra Shocker, Mark Gordon ed il nostro Uomo Ragno, deciso a stare dalla parte del più debole (per poi chiuderci i conti dopo).

Lo Scorpione attaccò con il suo pungiglione il tessi-ragnatele, che evitò per poco il primo colpo, per essere poi centrato da una scarica di Shocker indirizzata a Kingpin.

Bullseye si affrontò con Shocker, che cercò di atterrarlo con una serie di scariche. Tuttavia la maggiore abilità e forza di Bullseye spostarono il combattimento dalla sua parte, quando un suo pugnale colpì il braccio dell'avversario, che gemette dal dolore e cadde a terra. Con un pugno, Bullseye lo fece svenire, annullando la sua parte nella battaglia.

Mark Gordon tornò a combattere contro Kingpin, stavolta motivato maggiormente: il figlio lo guardava. Con una serie di pugni piegò in due Fisk, per poi stenderlo a terra con un calcio.

Nel frattempo, l'Uomo Ragno, ripresosi dalla scarica di Shocker, aveva steso, avvalendosi dei suoi riflessi, lo Scorpione e Bullseye.

Gordon estrasse una pistola dalla tasca e la puntò contro il Signore del Crimine.

-Attento, Wilson. Ho le palle per usarla, e ti assicuro che lo farò!

-Davvero? Allora fallo, e vediamo quanto sei bravo.

-Vuoi vederlo? Ebbene...

-Noo!- Gridò l'Uomo Ragno, che si lanciò contro Mark Gordon e deviò la traiettoria del proiettile.

-Ma cosa hai fatto? Potevo finalmente vendicare le sofferenza di milioni di persone, avvenute a causa di quest'uomo!

-Ah, sì? E cosa dici che avrebbe pensato tua moglie di te? O tuo figlio?

-Mio figlio sa già di cosa sono capace.

-Dunque ti ha visto uccidere qualcuno? Sei un idiota, tu non sai quali conseguenze può aver avuto questo episodio su un ragazzino della sua età, che si è visto crollare addosso l'unico punto di riferimento che aveva!

-H-H-Hai ragione. Cosa ho fatto? Che cosa ho fatto?

-Adesso torna a Chicago e dedicati a tuo figlio, ha bisogno del tuo affetto.

-No, non posso ancora farlo.

Tutt'un tratto, un pungiglione colpì alla schiena Mark Gordon, che si afflosciò a terra.

-Aaaarrgh! Maledetto, cosa mi hai fatto?

-Finalmente- rispose lo Scorpione -sono riuscito ad ucciderti, come mi ha detto di fare Kingpin. Mi sembra sia inutile che guardiate nel posto dove l'avevate lasciato, perché Bullseye l'ha portato in salvo. Mentre mi riprendevo, ho caricato il mio pungiglione con del veleno che uccide in 5 minuti. Sarà una morte lenta ed indolore, devi ringraziarmi, caro Mark Gordon. E comunque, ragno, la prossima volta assicurati di colpire più forte.

-Maledetto!- urlò Peter, scagliandosi contro il nemico e colpendolo più volte, fino a metterlo KO.

Poi si rivolse a Mark Gordon.

-Mi dispiace, è stata colpa mia.

-No, non è vero. E comunque me lo meritavo. Portami da mio figlio, che sta in quella Mercedes nera.

-Come vuoi- disse Peter, e così fece.

-Figlio mio, scusami. Avrei voluto dedicarti più affetto, ma ti ho deluso. Ti prego, non diventare come me. A 18 anni erediterai la mia fortuna: usala a fin di bene, fallo per meeeeeeee.

Ben Gordon scoppiò a piangere, e pianse sul corpo del padre per 10 minuti ininterrottamente.

-Lo so che mio padre non vorrebbe che lo pensassi, ma è tutta colpa tua ragno. Tutta colpa tua, ed un giorno mi vendicherò!

-Non preoccuparti, è solo un ragazzino e gli passerà. Ciao ragno.- disse Jack.

I due salirono sulla Mercedes nera e se ne andarono, lasciando l'Uomo Ragno solo.

Cominciò a piovere, ma Spidey non si mosse dalla sua posizione, mentre la pioggia bagnava il suo costume.

 

 

     CONTINUA

        

 

 

Grazie a tutti quelli che hanno letto questa storia, ed a quelli che l'hanno resa possibile (Carlo e Rosso).

Credo che di questa storia scriverò un seguito, prima o poi.

Più prima che poi, comunque.

Per commenti e critiche mandate una mail a gioluipal@tiscali.it

Giorgio